Studio di architettura Ortu e Pillola Associati

ARMUNGIA - IL SAGRATO DELLA CHIESA MARIA IMMACOLATA E DELLE VIE ATTIGUE

Progetto redatto nell'ambito del “ Concorso di progettazione per la realizzazione di un centro polivalente per anziani e la riqualificazione del sagrato della chiesa Maria Immacolata e delle vie attigue” – Progetto vincitore

Il bando, indetto dall'ENAS (Ente Acque della Sardegna), prevedeva la realizzazione di un progetto generale e di un primo lotto, già finanziato.

Il contesto urbano

L'area del sagrato e delle vie attigue, oggetto del progetto, corrisponde al fulcro storico del nucleo urbano, “la piazza”, che si dirama in più slarghi, un tempo meglio distinguibili e delimitati; prima cioè dell'allargamento della strada provinciale e della parziale sostituzione edilizia storica con incongrue costruzioni moderne.
Vi si svolgevano (ed in parte tuttora vi si svolgono) alcune tra le più significative attività “comunitarie del paese”: le funzioni religiose legate al luogo di culto principale, i festeggiamenti popolari, il mercato.
Ci affascina il fatto che si possa far corrispondere i tre slarghi a tre funzioni tradizionalmente distinguibili: “la piazza della chiesa”, “la piazza del ballo”, “la piazza del falò” (“su fogaroni”).
La prima è riferita all'area immediatamente antistante la chiesa (sagrato). La “piazza del ballo” corrisponde all'allargamento della Via Lussu in prossimità della Via Funtanedda; vi è tutt'ora, al margine della strada, una piccola tribuna in cemento costruita per assistere alla festa.
Il terzo spazio è compreso tra il fianco nord della chiesa e la strada principale (dove solitamente si svolge il mercatino settimanale), qui la gente si riunisce la sera di San Sebastiano per l'accensione di un grande falò.
Gli edifici storici più interessanti del paese si affacciano in quest'ambito (la chiesa, la "casa del segretario"”) o sorgono non distanti da qui (il nuraghe, la casa di Emilio Lussu...). Attualmente l'area dell'intervento si presenta quasi totalmente asfaltata, con la sola eccezione del sagrato, lastricato in epoca recente, in parte con lastre squadrate e sottili di granito chiaro ed in parte ad opus incertum di pietra a spacco. La strada principale lambisce un fianco e l'abside della secentesca chiesa parrocchiale intitolata alla Beata Vergine Immacolata e vi si affacciano compiute, seppur modeste, case a palattu; tra queste emerge l'imponente "Casa del segretario"”, recentemente restaurata e adibita a museo. Alcuni recenti interventi di sostituzione edilizia hanno alterato la continuità spaziale, formale e materiale del contesto. In particolare ci si riferisce all'invasivo edificio posto all'angolo tra la Via Lussu e la Via Eleonora d'Arborea, arretrato rispetto al filo strada e chiuso da una inadeguata recinzione.



La chiesa "Maria Immacolata"

La chiesa parrocchiale di Armungia, dedicata a “Maria Immacolata”, risale, nel suo impianto originale, alla seconda metà del XVI secolo; la sistemazione del transetto e la sopraelevazione del campanile sono riferibili alla metà del XVIII secolo.
La parte più antica comprende la navata, scandita da una serie di archi a sesto acuto in pietra arenaria, e copertura lignea a capanna. Le due ali del transetto e l'abside sono voltate a botte ed ospitano altari in marmo sette-ottocenteschi con statue lignee di diverse epoche. Tra le opere presenti all'interno della chiesa si segnalano un'acquasantiera ed un fonte battesimale in pietra arenaria di scuola locale del XVIII secolo.
La chiesa presenta un fronte piano affiancato a filo da un tozzo campanile a base quadrata sormontato da una cella ottagonale che ospita l'orologio. Il portale della chiesa è incorniciato da una cornice modanata in pietra, i cui peducci scendono oltre l'attuale quota d'accesso. L'impressione, sostenuta da qualche testimonianza orale, è che la quota attuale del sagrato sia stata rialzata rispetto all'originale. Prima della stesura dell'eventuale progettazione definitiva sarà opportuno valutare questa ipotesi con adeguati saggi.
Sul lato adiacente del sagrato si affaccia la canonica dei primi del '900.
Nel sagrato antistante la chiesa vi è una stele crocifera del 1905, recentemente restaurata. “Sa Cruxi Santa” è un piccolo monumento in pietra, di ispirazione “liberty”, eretto nel 1905 a sostegno di una croce in ferro battuto. L’opera è di modesta fattura, presumibilmente eseguita da artigiani locali, ma sensibile alle mode artistiche del tempo. La croce è sostenuta da un alto piedistallo a pianta quadrata composto da uno zoccolo, un fusto ed un capitello. L’ornato della pietra è essenziale, limitato alle facce dello zoccolo e del fusto, ed ottenuto da riquadri centrali in bassorilievo con angoli convessi. Nella parte frontale il fusto presenta una decorazione un poco più elaborata con cenni di volute liberty e la scritta in rilievo su tre righe: 15 AGOST 1905. Il “capitello” è costituito da semplici modanature (abaco, ovulo, listello) di tipo dorico. Il podio è sistemato sopra un basamento quadrato formato da tre gradini. Non è escluso che un quarto gradino sia stato coperto dalle nuove quote della recente pavimentazione.
Attualmente il sagrato presenta una sistemazione approssimativa, una eterogeneità di materiali ed incongruenze formali e funzionali, tanto da non renderne riconoscibile il valore sacro, antropologico e politico (inteso come luogo importante del ritrovarsi della comunità).



Il progetto

Il progetto vuole interpretare e condividere le caratteristiche del contesto urbano, storico e naturale, ricalcando i valori salienti sopra descritti, attraverso alcune scelte semplici e precise, quali: l'organizzazione funzionale degli spazi, la continuità con le scelte materiali e formali già avviate dall'Amministrazione Comunale negli interventi di riqualificazione del centro storico, la caratterizzazione evocativa e simbolica dei luoghi.
Il disegno generale sottolinea l'andamento planimetrico e funzionale dell'ambito d'intervento: l'asse stradale è segnato da una canaletta centrale in ciottoli larga in misura sufficiente ad accogliere le caditoie in ghisa (circa 40 cm). È stata volutamente evitata una eccessiva frammentazione del parterre, al fine di rendere al massimo la continuità spaziale complessiva. Fa eccezione il sagrato che, per per la sua particolare funzione, ha bisogno di essere meglio distinto dalle altre funzioni. La storia e la tradizione armungese ha suggerito di sottolineare con particolari segni evocativi, i tre ambiti più significativi individuati: il sagrato, la piazza del ballo, su fogaroni.



Il sagrato. Occorre richiamare, seppure sinteticamente, il significato che il sagrato di una chiesa, specialmente della principale chiesa locale, storicamente riveste. È innanzitutto un luogo sacro. Nel corso dei secoli esso ha acquisito e mutato i propri simboli e significati. Per la chiesa moderna è sopratutto “un'area molto importante da prevedere in quanto capace di esprimere valori significativi: quello della “soglia”, dell'accoglienza e del rinvio (..). Talvolta può essere luogo di celebrazione, il che richiede che il sagrato sia riservato ad uso esclusivamente pedonale. Deve tuttavia mantenere la sua funzione di tramite e di filtro (non di barriera) nel rapporto con il contesto urbano” (nota C.E.I, del 18 febbr. 1993 nn. 20-21). Perciò è necessario che il nostro sagrato recuperi una chiara demarcazione tra sacro e profano così come era un tempo. Secondo le indicazioni della Chiesa, il sagrato deve esprimere “una dimensione antropologica, liturgica e culturale intesa sia come preparazione attraverso l’incontro e il saluto di coloro che convengono per il medesimo motivo e guidati dalla stessa fede, sia come momento altrettanto prezioso per immettersi, insieme, nella vita quotidiana. Il sagrato è, dunque, uno spazio prezioso che prepara all'ingresso nell'aula. È anticipo di essa, nella dinamica ecclesiale che prevede in un primo momento la chiamata della comunità effettuata dal campanile, e in un secondo tempo il suo ordinato raccogliersi per confluire all'interno.” (Mons. A. Malacarne in Chiesa Oggi” 64/65). Tenendo presente le note della C.E.I., “esso rivela una sua vocazione d’introduzione, una specie di iniziazione del farsi e del crescere della comunità, che come evento storico concreto, si connota e caratterizza per un’attenzione umana fraterna e sociale. Inoltre il suo ruolo interpreta la conclusione dell’azione celebrativa che deve continuare nella vita, testimoniando la Chiesa nel mondo. La realtà del sagrato deve infine completarsi con l’inserimento di tutto l’edificio nel complesso degli spazi circostanti e con la forma, le dimensioni e la qualità degli insediamenti relazionati al tipo di vita dell’ambiente cittadino o rurale” (id).
Perciò il nostro progetto propone un disegno che filtra lo spazio del sagrato, pur inserendolo coerentemente nel disegno complessivo del contesto, valorizza la geometria dello spazio in rapporto all'edificio ecclesiale, al suo immediato intorno, e completandolo con un apparato iconografico e simbolico.
Il disegno racchiude l'area della proiezione della facciata squadrata della chiesa, fino a comprendervi la stele crocifera antistante. Un contorno di basse panche in pietra formano un permeabile recinto, al contempo definiscono lo spazio, impediscono il traffico veicolare, non sono un ostacolo per il passaggio dei pedoni.
Il disegno a terra è costituito da materiali della stessa qualità forma e natura di quelli utilizzati nelle altre parti della piazza, ricalca l'asse che congiunge la croce col portale della chiesa disponendo dei segni a terra fortemente evocativi. I simboli da noi proposti sono tra quelli tradizionalmente presenti nei sagrati delle chiese antiche, ma non si esclude, di poterli rivisitare in base alle scelte suggerite dalla chiesa locale. I segni a terra proposti sono realizzati mediante inserti stilizzati in pietra chiara (arenaria locale e marmo bianco) all'interno della pavimentazione in granito. Essi possono essere:




La piazza del ballo. Il luogo dove si svolgeva il ballo dei giorni di festa è segnato dalla presenza di una piccola tribuna in cemento, ricavata nel rialzo della attigua Via Sant'Anna. Il progetto ricorda questa significativa circostanza con un ampio inserto circolare (il cerchio del ballo).
Questo è costituito da lastre di granito di uguali caratteristiche e dimensioni di quelle utilizzate nel resto della pavimentazione stradale, tessute in modo radiale rispetto al centro virtuale del ballo. Il ballo viene inoltre più esplicitamente evocato da inserti in marmo, ceramica e/o pasta vitrea, disposti in una circonferenza di 10 metri di diametro. Gli inserti vogliono stilizzare delle figure viste dall'alto nei colori dei costumi sardi, alternando il bianco e nero dei costumi maschili alle colorazioni di quelle femminili. É previsto inoltre di valorizzare la piccola tribuna mediante il suo rivestimento. Le sedute saranno in pietra con bordi arrotondati, mentre le tre fasce degli schienali saranno rivestiti da una decorazione a mosaico in pietra, ceramica e/o pasta vitrea, che richiama in modo astratto, e alla maniera degli inserti della pavimentazione, i colori dei costumi sardi ed in particolare il bianco-nero-viola del costume armungese. Le pareti a mosaico saranno illuminate da idonei faretti a led posti sul pavimento a ridosso dei pannelli decorativi.



Su fogaroni. Questa suggestiva e sentita tradizione viene evocata dal progetto con un altro inserto materiale e cromatico di forma circolare. L'inserto ha un diametro di sei metri, è realizzato con elementi in pietra e pasta vitrea. Il nucleo centrale ha un diametro di sei metri ed è in pietra lavica nera (basalto), da esso si irradiano i colori del fuoco (il rosso, il giallo, il bruno) e delle sue iridescenze, rappresentati in modo astratto con inserti di pietre di colori diversi e con pasta di vetro di forte spessore (10 cm) trattati in modo antisdruciolecole e resi più suggestivi dall'inserimento di mattonelle carrabili in vetro illuminate all'interno da minuscoli led.
Sul fronte opposto, lungo la Via E. Lussu, nel tratto smembrato di cui si è parlato, si propone la costruzione di muro di recinzione in corrispondenza del moderno edificio compreso tra la Via Lussu e la Via Eleonora d'Arborea, da realizzarsi per un'altezza di almeno due metri, con pietra locale a vista, e con una sagoma lineare. Il disegno del muro non dovrà compromettere la funzionalità dell'edificio commerciale esistente e potranno studiarsi concessioni compensative utili alla attività commerciale.



Aspetti costruttivi

Come richiesto dal bando, le scelte relative ai sistemi costruttivi ed ai materiali sono state dettate dalla volontà di garantire il maggiore livello possibile di ecosostenibilità, semplicità costruttiva e idoneità dei materiali utilizzati. Sono stati privilegiati i materiali locali e naturali, evitando superfici impermeabilizzanti (calcestruzzo o bitume) al di sotto del manto stradale in pietra.
La pavimentazione è in lastre di granito sardo (granito perla o rosato), scelto in base a campioni da confrontare in sito. Le lastre (ad eccezione dei pezzi speciali) sono di dimensione regolare 50x25 cm e di uno spessore di 8 cm. Le lastre con faccia a vista hanno finitura trattata a scalpello. La pavimentazione è posata sui seguenti strati di posa, dall'alto: allettamento in sabbia stabilizzata 10 cm, piano di posa in misto cementizio 25 cm, sottofondo in misto di cava circa 30 cm.
La canaletta centrale sarà realizzata in ciottoli di fiume posati su sottofondo di circa 10 cm realizzato con mescola asciutta di terra e sabbione stabilizzata con cemento tipo R 325. I ciottoli avranno un diametro medio di cm 8-12, in misura minima di 100-120 al mq.
Le lastre sono posizionate secondo una direzione ortogonale alla canaletta, sfalsate in modo da garantire una maggiore stabilità e una migliore distribuzione del carico dei mezzi veicolari.
Il disegno di posa sottolinea la gerarchie tra i diversi percorsi pavimentati.
Le linee di transizione tra la pavimentazione del corso principale e delle viabilità trasversali secondarie seguono la stessa logica gerarchica: la grande dimensione delle lastre non consente una sfumatura graduale per la variazione delle pendenze trasversali, pertanto nel tracciare i livelli si darà priorità al disegno della pavimentazione della Via Lussu e la pavimentazione sarà realizzata evitando eccessive discontinuità plano-altimetriche che potrebbero arrecare disagi alla circolazione.





Committente: ENAS - Ente Acque della Sardegna

Responsabile del Procedimento: Ing. Bruno Loffredo

Progettazione: Arch. Lucio Ortu, Arch. Enrico Baschieri, Ing. Carlo Pillola (R.T.P. Archei Soc. Coop. + AEStudio)

Collaboratori e consulenti: Ing. Andrea Ferrando, Anne Friederike Goy, Ing. Cristiano Murru (Strutture), Ing. Sara Medda, Per. Ind. Sandro Manca (impianti elettrici), Ing. Cinzia Zara (rendering), Arch. Valentina Bennati


Cronologia:

Consegna del progetto: novembre 2011

Aggiudicazione: marzo 2012


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